Il corpo umano è costituito da oltre 100 mila miliardi di cellule. Quello che invece conta, è sapere che dall’iniziale singola cellula fecondata si originano miliardi di cellule in grado di lavorare come un’unica entità, il corpo. Ancora più rilevante è che in questa cellula ci sono tutte le informazioni necessarie perché durante le prime fasi dello sviluppo si differenzino circa 200 tipi diversi di cellule a seconda della funzione che svolgeranno: nervose, muscolari, di rivestimento, cellule che producono sostanze (quelle delle ghiandole), e altre che le assorbono (quelle dell’intestino).
L’elemento più importante per la salute delle cellule è l’ ossigeno, tanto da poter sopravvivere settimane senza cibo, giorni senza acqua, ma solo pochi minuti senza aria.
L’ossigeno è necessario per convertire il glucosio in ATP, adenosina trifosfato, ossia energia, utile a sua volta per rimuovere le tossine; infatti, senza un sufficiente apporto di ossigeno, il corpo non riesce ad espellere i rifiuti; inoltre, una respirazione corretta è fondamentale per stimolare il sistema linfatico, poiché crea un effetto vuoto che risucchia la linfa all’ interno del flusso venoso e velocizza il processo di eliminazione delle scorie dal corpo, aumentandolo fino a 15 volte, rassoda il ventre, tonifica gli organi interni, libera dalla tensione e risolve molti casi di stitichezza.
Ne consegue che alla base di ogni malattia vi è una carenza di ossigeno, infatti, le ricerche mostrano chiaramente una diretta correlazione tra salute e livello di ossigeno nel sangue.
Otto Heinrich Warburg Warburg
(1883-1970) ha ricevuto nel 1913 il Premio Nobel per la medicina con la scoperta della causa primaria del cancro e di tutte le malattie.
Secondo il dr Otto Heinrich Warburg “…la mancanza di ossigeno e l’acidosi sono le due facce della stessa medaglia: quando c’è l’una, inevitabilmente c’è anche l’altra. Le sostanze acide respingono l’ossigeno, mentre le sostanze alcaline attraggono l’ossigeno”. Pertanto, ha dimostrato di conseguenza, che il cancro non può svilupparsi in un ambiente ben ossigenato e non solo, lo stesso principio vale anche per le malattie cardiache e per il diabete.
Molecola presente in tutti gli organismi viventi, per i quali rappresenta la principale forma di accumulo di energia immediatamente disponibile.
CARATTERISTICHE
L’adenosina trifosfato, o ATP, è costituita da una molecola di adenina e una di ribosio (zucchero a 5 atomi di carbonio) a cui sono legati tre gruppi fosforici, mediante due legami ad alta energia. L’energia immagazzinata nell’ ATP deriva dalla degradazione di composti denominati carboidrati, proteine e lipidi, attraverso reazioni metaboliche che avvengono in assenza o in presenza di energia. Dal momento che la funzione energetica dell’ATP è intimamente connessa alla funzione catalitica degli
enzimi, l’ATP viene considerata un coenzima.
Struttura dell’ATP e conversione dell’ATP in ADP
IDROLISI E FOSFORILAZIONE DELL’ATP
I legami ad alta energia dell’ATP sono quelli che legano fra loro i tre gruppi fosfato. Tali legami possono venire scissi per mezzo di una reazione di idrolisi; dopo la loro rottura, essi liberano una grande quantità di energia, pari a circa 34 kJ per mole (circa 7,5
Kcal). L’idrolisi dell’ATP avviene a opera dell’enzima denominato ATPasi. Oltre alla liberazione dell’energia, l’idrolisi parziale dell’ATP porta alla formazione di una molecola di adenosina difosfato (ADP) e di un gruppo fosfato; l’idrolisi totale forma invece una molecola di adenosina monofosfato e due gruppi fosfato. Una volta scissa, l’ATP viene sintetizzata nuovamente mediante reazioni di fosforilazione dell’ADP, attraverso le quali vengono aggiunti alle molecole i gruppi fosfato.
IMPORTANZA DELL’ATP
Quasi tutte le reazioni cellulari e i processi dell’organismo che richiedono energia vengono alimentati dalla conversione di ATP in ADP; tra di esse vi sono, ad esempio, la trasmissione degli impulsi nervosi, la
contrazione muscolare, i trasporti attivi attraverso le membrane plasmatiche, la sintesi delle proteine e la divisione cellulare. Nei vertebrati il gruppo fosfato necessario a questa reazione viene conservato in un composto, chiamato
creatinfosfato, che si trova soprattutto nel tessuto muscolare.
RESPIRAZIONE CELLULARE
Processo che avviene nelle cellule in presenza di ossigeno (aerobiosi), attraverso il quale le sostanze nutritive derivanti dalla digestione (negli animali) o dalla fotosintesi vengono ossidate allo scopo di produrre l’energia necessaria al metabolismo. In particolare, la principale molecola che agisce da substrato per la respirazione cellulare è il glucosio; l’energia che si ottiene viene immagazzinata nei legami ad alta energia contenuti nella molecola adenosina trifosfato, ATP.
La respirazione cellulare porta complessivamente alla formazione netta di 38 molecole di ATP per ogni molecola di glucosio coinvolta nella reazione. La glicolisi può costituire, in presenza di ossigeno, il primo ciclo di reazioni della respirazione cellulare.
Sono stati effettuati esperimenti in laboratorio con cellule di alcuni topi in cui, in un determinato lasso di tempo, si è ridotta del 40% la quantità di ossigeno presente: alcune di esse sono morte, altre si sono indebolite, le rimanenti sono mutate.
Sono poi state nuovamente iniettate nei topi, e questi hanno sviluppato il cancro.
Cellule simili, sono state invece ossigenate in modo ottimale durante lo stesso lasso di tempo e poi iniettate in altri topi: nessuno di questi ha sviluppato il cancro.
Si può quindi concludere, che un corpo ricco di ossigeno, non sarà mai un terreno fertile per batteri, germi o virus, pertanto per rendere ottimale la nostra salute è fondamentale una respirazione diaframmatica profonda, la quale riesce ad eliminare fino al 75% delle scorie.
Il maggior flusso di sangue avviene nella parte inferiore dei polmoni, zona più vasta e ricca di ossigeno.
La maggior parte degli esseri umani respira utilizzando solo 1/3 della propria capacità polmonare, ossia adopera la parte alta dei polmoni, dove vi è solo il 20% del sangue effettivamente in circolazione, non completando così lo scambio che si verifica nella sezione più bassa, rimettendo in circolo sangue carico di tossine e povero del giusto fabbisogno di ossigeno.
Per ottenere quindi, il massimo beneficio dall’ aria che respiriamo quotidianamente, occorre imparare a respirare dal basso verso l’ alto, ossia:
– inspirare per 6 secondi
– trattenere il respiro per 24 secondi
– espirare per 12 secondi.
Basta solo 3 volte al giorno per 10 giorni per aumentare il proprio livello di energia ed evitare più facilmente le malattie.
È necessario dormire sempre con la finestra aperta o almeno socchiusa, in modo da garantire il necessario ricambio di aria e poter eliminare l’ anidride carbonica, che se in eccesso, rappresenta un gas velenoso. Infatti, se si potesse compattare tutta l’ anidride carbonica che un soggetto elimina attraverso i polmoni durante le 24 ore, si ricaverebbe un pezzo di carbone dal peso di 250 grammi; pertanto,dormire in una stanza chiusa, caratterizzata da un’ aria viziata e stagnante, porta ad intossicarsi.
Molte volte ci si sveglia al mattino con un senso di pesantezza e con il mal di testa proprio a causa dell’ anidride carbonica, che in buona parte l’ organismo non ha eliminato durante la notte, per cui lasciando circolare liberamente aria fresca e pulita, aiuterà a svegliarsi pieni di energia.
Anche praticare esercizi aerobici è fondamentale per la salute, poiché agisce sulla capacità del corpo di utilizzare al massimo l’ ossigeno.
L’ossigeno è un nutriente essenziale nel corpo umano, è il terzo elemento chimico che entra nella composizione del nostro organismo, dopo il carbonio e l’idrogeno. E’ essenziale per la produzione di energia cellulare, tutto il metabolismo corporeo è condizionato dall’ossigeno introdotto con la respirazione, trasportato e assimilato dalle cellule in ogni istante di vita. Per “bruciare” un solo grammo di grasso corporeo occorrono ben due litri di ossigeno. Senza il giusto volume di ossigeno le cellule degenerano e il corpo umano invecchia prima. In condizioni di ridotta ossigenazione le cellule riducono il loro volume, degenerando, in particolare nella cute con comparsa di rughe e in estetismi vari. Ogni giorno ciascuno di noi compie almeno 20.000 atti respiratori per introdurre 10 mila litri di aria che viene assorbita da 70 m2 di superficie degli alveoli polmonari.
Eppure alto è il rischio di non avere una sana respirazione e di creare le condizioni fisiologiche di ipossia cellulare e tessutale. Ipossia, cioè carenza di ossigeno nelle cellule, secondo quanto scoperto dal Premio Nobel Otto Heinrich Warburg Warburg, genera patologie degenerative, inestetismi minanti l’integrità funzionale e strutturale degli organi umani e dell’intero organismo. Avere una riduzione di ossigeno nel sangue e nelle cellule è come essere una candela sotto la campana di vetro. Quando l’ossigeno all’interno della campana finisce, la candela si spegne. Senza giusti volumi di ossigeno si ha riduzione di energia, stanchezza, pigrizia e poca voglia di essere attivi, dinamici. Significa anche riduzione del metabolismo cellulare con il risultato finale di accumulare grasso con aumento del peso corporeo. La Scienza della Alimentazione richiama l’attenzione sul numero delle calorie introdotte ogni giorno, sui principi nutritivi. Deve però far presente come i carboidrati e i grassi soprattutto e, in sub- ordine le proteine, possono essere metabolizzate per produrre energia solo attraverso la loro unione con l’ossigeno. Se l’ossigeno manca, è ridotto il metabolismo. Allora occorre recuperare il giusto valore dell’ossigenazione cellulare giornaliera senza fermarsi a parlare solo di calorie! Molte e diverse sono le cause di una riduzione del volume di ossigeno nel sangue. Con i 20.000 atti respiratori si introduce oltre 2 mila litri di ossigeno ogni giorno. Questo volume del gas vitale viene accettato dai circa 5 litri di sangue circolante nel sistema vascolare con il risultato ottimale di avere sempre almeno 250 ml presenti nel sangue: ogni attimo della giornata è trasportato dai polmoni a tutte le cellule del corpo umano dai globuli rossi con la loro emoglobina. Questa cornice di normalità fisiologica non si verifica sempre! DEBITO di OSSIGENO Molte e diverse sono le cause responsabili di avere carenza di ossigeno nel sangue e quindi nei tessuti e nelle cellule. Il corpo umano può stare diversi giorni senza mangiare prima di morire di fame, alcuni giorni prima di morire di sete, ma può stare senza ossigeno solo per 1 – 2 minuti! Senza arrivare al blocco totale della ossigenazione, si può vivere a lungo, anche se male, con una carenza di ossigeno cellulare.
Il fumo è al primo posto, tra le cause che riducono la saturazione dell’ossigeno nel sangue. La massa addominale adiposa, con una circonferenza girovita superiore a 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna, limita la respirazione diaframmatica, causa un respiro superficiale non in grado di attivare i giusti volumi di aria e di ossigeno. Cosicché l’ossigeno del sangue è più basso. Tutto questo scenario fisiologico lo si può misurare mediante un semplice strumento: il pulsiossimetro. L’obesità viscerale causa un netto abbassamento della saturazione ematica dell’ossigeno, creando condizioni negative di ipossia sull’intero organismo e in particolare su organi vitali: cuore e cervello. Inoltre l’obesità viscerale causa la sindrome dell’apnea notturna con la sospensione temporanea di respiro con il risultato finale di creare condizioni ulteriori di carenza di ossigeno. Questo grave quadro notturno, complicato anche dal russamento, genera cattiva qualità del sonno e sonnolenza continua nel giorno dopo. Avere una emoglobina glicata, condizione assai presente nei soggetti con diabete mellito tipo II con obesità viscerale, determina una riduzione della captazione dell’ossigeno da parte dei globuli rossi.
Vivere in ambienti chiusi limita il giusto e sano volume di ossigeno. L’anemia sideropenica per carenza di ferro genera l’incapacità da parte del sangue di avere e mantenere il volume di 250 ml di ossigeno. Bronchiti croniche, enfisema polmonare, asma bronchiale e altre malattie respiratorie generano condizioni di ipossia cellulare e tessutale. Le malattie tiroidee completano il negativo bilancio dell’ossigeno nelle cellule. Le condizioni di ipossia prolungata a lungo fanno degenerare gli organi vitali, producono invalidanti inestetismi, bloccano il normale metabolismo energetico, fanno accumulare grasso e peso corporeo. Si invecchia prima!
GINNASTICA RESPIRATORIA Avere piena consapevolezza del rischio ipossia, nonché riprendere il possesso consapevole del proprio respiro, rimuovere le cause generanti ipossia sono scelte di benessere, salute ed efficienza fisica ed estetica. Il consiglio pratico è anche fare esercizi di ginnastica respiratoria, modulata su tre tempi da eseguire con calma e in ambiente ben areato, almeno tre volte al giorno.
Dapprima fare una profonda respirazione, sollevando l’addome e il diaframma, principale muscolo respiratorio, che con il passare degli anni tende ad atrofizzarsi. Poi trattenere il respiro qualche secondo ed infine fare una profonda e totale espirazione. Riprendere daccapo nei tre movimenti. L’esercizio di ginnastica respiratoria può durare fino ai primi sintomi di vertigine che stanno a dire che l’ossigeno è aumentato nel sangue ed è arrivato in giusto volume al cervello! Come è arrivato al cervello, è arrivato al cuore, ai muscoli, al fegato, insomma a tutto l’organismo. Si può sospendere la ginnastica respiratoria. L’ossigeno è benessere, efficienza, è una “medicina” naturale a nostra disposizione in abbondanza. Basta saper respirare.
Utile fare tutti i giorni i 5 Tibetani e/o il Saluto del Sole, fare esercizio aerobico, letteralmente “con ossigeno”, si intende una forma di esercizio fisico continua, moderata, che punti più sulla durata dell’ esercizio che sull’ intensità e cerchi di mantenere un ritmo moderato: in pratica, riscaldamento per 5-10 minuti, esercizi aerobici per 15-20 minuti ed altri 5-10 minuti di raffreddamento. Durante la fase di riscaldamento, il battito cardiaco aumenta fino al 60% della sua capacità, nella fase dell’ esercizio aerobico fino al 70%, bruciando così i grassi, mentre durante la fase di raffreddamento il ritmo del battito scende al 55%, pertanto, il muscolo del cuore si rafforzerà e potrà sostenere l’ organismo nei picchi di attività fisica e nei momenti di intensa emozione, in modo da avere sempre a disposizione grandi riserve di energia per affrontare qualsiasi tipo di stress. L’esercizio aerobico aumenta anche la quantità di sangue, specialmente globuli rossi ed emoglobina, rinforza il sistema immunitario, allarga i vasi sanguigni e i capillari permettendo loro di trasportare più ossigeno, aiuta il processo di ossigenazione delle cellule e di eliminazione delle scorie e riduce il rischio di malattie cardiache, pressione alta, diabete, ictus e cancro.
Inoltre, grazie all’ esercizio aerobico vengono emesse le endorfine, sostanze biochimiche soprannominate “ ormoni della felicità”, che allentano lo stress, alleviano la depressione, stimolano il sistema immunitario e persino la crescita degli ormoni. Alcuni esempi di sport aerobici sono: nuoto, ballo, corsa, ciclismo, canottaggio e spinning.
“il respiro del fuoco”, un particolare esercizio che permette di “massaggiare”
gli organi interni, comune anche alla pratica dello Yoga (Uddiyana Bandha). Questo esercizio consiste nello svuotare completamente l’addome dall’aria e roteare i muscoli addominali per ossigenare e rivitalizzare gli organi interni.
E’ l’esercizio che più di tutti aiuta nel rallentare l’invecchiamento mantenendo giovani i tessuti e gli organi.